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Emma Marrone, la femminista che collabora con Tony Effe e Baby Gang

Emma Marrone, una delle voci più conosciute del panorama musicale italiano, si è spesso espressa a favore del femminismo e dei diritti delle donne, come accadde sul palco dell'Ariston 2022. Infatti, a Sanremo 2022, fece parlare di sè con il gesto femminista del triangolo.
Tuttavia, negli ultimi tempi, alcune sue scelte professionali sembrano tradire e contraddire questo impegno. In particolare, le sue collaborazioni con artisti trap come Tony Effe e Baby Gang sollevano domande sulla coerenza tra i valori femministi.

Emma Marrone il paradosso femminista

Il problema principale è legato al messaggio che questi artisti spesso veicolano. Il mondo della trap italiana, come molti sanno, non è esente da testi espliciti che, in molti casi, promuovono immagini misogine, sessiste e violente nei confronti delle donne. Tony Effe, noto per essere stato uno dei membri della Dark Polo Gang, ha spesso fatto uso di linguaggi che oggettivano il corpo femminile. Baby Gang, dal canto suo, ha un passato controverso legato anche a problemi legali, ed i suoi testi non sono esenti da riferimenti alla criminalità ed una vita ai margini.

Emma Marrone, che si è sempre definita una paladina dei diritti femminili e dell’emancipazione delle donne, collabora ora con questi artisti le cui parole e azioni sembrano contraddire questi principi. Si può comprendere il desiderio di allargare il proprio pubblico e di rimanere rilevante in un’industria musicale che si evolve rapidamente, ma a quale prezzo? Come può una cantante che si è sempre battuta per il rispetto e l’uguaglianza delle donne collaborare con artisti che fanno della misoginia un pilastro delle loro canzoni?

L'incoerenza di Emma Marrone

È importante ricordare che le azioni parlano più delle parole, e quando un’artista del calibro di Emma Marrone sceglie di affiancarsi a figure così controverse, manda un messaggio ambiguo ai suoi fan. Non si tratta solo di intrattenimento: la musica ha un impatto profondo sulla cultura e sulla società, e normalizzare certi comportamenti e linguaggi rischia di indebolire il messaggio femminista che Emma ha sempre cercato di promuovere.

In conclusione, la coerenza è fondamentale quando si è un personaggio famoso. Emma Marrone ha il diritto di fare le scelte artistiche che ritiene più opportune, ma non può ignorare l’impatto che tali decisioni hanno sulla sua credibilità come sostenitrice dei diritti delle donne. Se davvero vuole continuare a essere una voce autorevole nel femminismo, dovrebbe riflettere attentamente sui messaggi che veicola con le sue collaborazioni, perché le parole non bastano: anche le azioni contano.

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