La cedolare secca 2018 è un imposta unica sugli affitti che il locatore può scegliere di applicare al posto dell'utilizzo del modello 730 o UNICO nel caso di locazione di immobili ad uso abitativo.
La cedolare secca prevede l'applicazione di un'imposta sostitutiva al 10% a canone concordato oppure al 21% a canone libero.
Il vantaggio della cedolare secca è che si paga un'aliquota fissa, imposta sostitutiva significa che è possibile usufruire di un buon vantaggio fiscale, isolando i redditi dell'affitto dagli altri redditi.

Chi può usufruire della cedolare secca ?

La scelta della cedolare secca può essere fatta solo da persone fisiche che diano in locazione un immobile ad uso abitativo. L'opzione non è esercitabile da associazioni, società ed altre persone giuridiche in genere. Inoltre la cedolare secca non può essere applicata per le abitazioni che rientrano nel reddito d’impresa o di lavoro autonomo del locatore.

Come richiedere la cedolare secca

Nel momento in cui si registra il contratto d'affitto, ci sono 2 alternative:
  • mediante una procedura telematica chiamata SIRIA 
  • utilizzando il modello cartaceo 69 che va presentato all'Agenzia delle Entrate

Come si pagano le imposte?

La cedolare va pagata in 2 soluzioni tramite un acconto ed un saldo. L'acconto per la cedolare secca sugli affitti per l'anno 2018 è pari al 95% del totale. Il pagamento della cedolare secca 2018 deve essere effettuato con il modello F24, versando dapprima un acconto, poi il saldo alle stesse scadenze previste per il pagamento dell'Ipref. Si precisa che le novità sulla cedolare secca ridotta dal 19 al 10%, sui canoni derivanti da contratti concordati, hanno effetto anche nel 2018.
I contribuenti possono perciò beneficiare della riduzione anche in sede di acconto per il 2018, sia per i versamenti in corso, in caso di rateazione del primo acconto per il 2018, sia per l'acconto di novembre.

Vantaggi fiscali della cedolare secca

La differenza sostanziale fra cedolare e regime ordinario è l’esclusività della cedolare rispetto al sistema tradizionale. Chi sceglie infatti il regime alternativo, dovrà applicare la sola cedolare sull’intero canone di locazione pattuito per l’anno, con l’ovvia conseguenza che lo stesso canone non andrà a far cumulo cogli eventuali altri redditi che andranno a formare la base imponibile. Viceversa il regime ordinario presuppone l’applicazione non solo dell’Irpef - con relative addizionali - ma anche delle imposte di registro e di bollo. In tal caso il canone annuo non verrà “isolato”, ma andrà far cumulo con tutto il resto, previa decurtazione del 5%, in caso di contratto libero, o del 33,5% in caso di contratto concordato.