Eni prevede per il 2015 una produzione di idrocarburi in crescita rispetto al 2014 a parità di effetto prezzo nei PSA grazie all'avvio di nuovi giacimenti e al ramp-up di quelli avviati nel 2014 in particolare in Angola, Congo, Regno Unito, Stati Uniti e Norvegia.
Le vendite di gas sono previste stabili rispetto al 2014 escludendo l'effetto della cessione degli asset in Germania e a parita' di condizioni climatiche. «Nel 2015 - informa una nota - il management prevede iniziative di ottimizzazione e riprogrammazione dei progetti d'investimento con conseguente riduzione dello spending rispetto al 2014 (12,2 miliardi di euro l'ammontare degli investimenti tecnici e 0,4 miliardi quello di investimenti finanziari del consuntivo 2014) in risposta al trend ribassista del prezzo del petrolio; tali azioni avranno un impatto nel complesso limitato sui piani di crescita delle produzioni a breve e medio termine».

«Nel quarto trimestre, in presenza di un contesto di mercato sfavorevole, Eni ha ottenuto eccellenti risultati ed una generazione di cassa record negli ultimi sei anni». Lo sottolinea l'amministratore delegato del gruppo Claudio Descalzi. «I motivi principali di tale performance - spiega Descalzi - sono stati l'elevato valore della produzione upstream e l'accelerazione della ristrutturazione dei business mid-downstream. Sono inoltre proseguite le iniziative, avviate nel maggio 2014, di ribilanciamento del portafoglio di gruppo, di focalizzazione sulle attività core upstream ulteriormente rafforzate dai continui successi esplorativi e da una costante crescita organica delle riserve certe, e di ricerca di un maggior livello di efficienza».


Il dividendo di ENI nel 2015

Il cda dell'Eni intende proporre all'assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 1,12 euro per azione di cui 0,56 distribuiti nel settembre 2014 a titolo di acconto. Il dividendo a saldo di 0,56€ per azione sarà messo in pagamento a partire dal 20 maggio 2015 con stacco cedola il 18 maggio 2015.


Il prezzo del petrolio impatta sull'utile di ENI

Il brusco calo delle quotazioni del petrolio non preoccupa Eni. Lo ha detto l'ad del gruppo Claudio Descalzi. "Siamo abituati" alle oscillazioni "abbiamo la flessibilita' per adattarci. Non viviamo il momento con panico e preoccupazione ma come un'opportunita' e di salute", ha sottolineato.
"Negli ultimi 50 anni ogni 10 anni abbiamo avuto due bolle di offerta e quindi di caduta di prezzo", ha spiegato Descalzi, "questa fase va vista come un momento di salute: e' come quando uno che mangia tanto per anni, deve fare una dieta per perdere un po' di peso. Per quattro anni abbiamo avuto prezzi da 100 a 120 dollari e questo secondo me e' importante per le casse ma fa diventare grassi e svogliati. Direi che questa caduta ci sveglia e ci aiuta".
Secondo il manager, inoltre, dal lato della produzione "per la prima volta l'Opec non ha risposto ai prezzi bassi, magari non tutti erano d'accordo ma ha deciso di non rispondere". In questo contesto c'e' poi da inserire il calo della domanda europea e la Cina che cresce meno. "Questa bolla, come tutte le bolle viene poi digerita dal sistema", ha osservato.
"Eni - ha spiegato Descalzi - ha sempre fatto la scelta di progetti convenzionali e quindi poco costosi e il nostro break even e' a 45 dollari" al barile. "Soffriamo perche' eravamo abituati a 120 dollari. E' come se qualcuno si riducesse lo stipendio: non e' contento ma se ce lo aveva alto riesce comunque a vivere e poi abbiamo un break even che ci protegge", ha aggiunto.
Per ogni dollaro in meno sulla quotazione del prezzo del petrolio a livello annuale c'e' un impatto di 90-100 milioni di utile netto, ha spiegato l'ad di Eni.