Nuovi massimi sulle borse americane, con questa volta il Dow Jones a ricoprire il ruolo di protagonista. Le trimestrali di Citigroup, in forte peggioramento rispetto all’anno precedente ma migliori delle aspettative, dopo che è stato trovato un accordo pari a 7 miliardi d dollari per sistemare l’annosa questione legata ai mutui. Oggi tocca a JP Morgan e Goldman Sachs. Domani a Bank of America e giovedì a Morgan Stanley. Ci stiamo avvicinando alla soglia dei 30 miliardi di acquisti di asset Usa ma fino a che staremo sopra di essa, come da attese, i listini potrebbero compiere nuovi massimi.

Sterlina da guardare attentamente


Se vogliamo seguire le linee guida tracciate per questa settimana, dobbiamo partire necessariamente dall’analisi del calendario macroeconomico ogni mattina, per cercare di capire quali possano essere i momenti di maggior volatilità sui mercati.
La volatilità dei diversi strumenti finanziari rimane infatti molto contenuta, con i percentili di discostamento rispetto alla media di prezzo di ciascuno strumenti molto bassi (EurUsd a 2% e UsdJpy al 7%), ad eccezione del dollaro canadese e della sterlina. E’ dunque importante capire quali possano essere i momenti forieri di movimenti da poter sfruttare operativamente. Gli occhi degli investitori quest’oggi sono puntati sulla sterlina inglese, la quale vedrà la pubblicazione dei dati sull’inflazione (e che seguiremo insieme alle 10.30 nella nostra Live trading Room) con attese che si muovono su 1.6% e 1.7% contro i precedenti 1.5% e 1.6%, rispettivamente per inflazione ed inflazione core, ovvero depurata dai panieri alimentari ed energetici.
Attese dunque superiori rispetto alle ultime rilevazioni che potrebbero portare a reazioni a rialzo del mercato nel momento in cui dovessero essere confermate, dopo che gli investitori hanno cominciato a formarsi delle aspettative circa future mosse di politica monetaria da parte dei Carney, il quale oggi parlerà alle ore 11. A dire il vero, al momento della comunicazione di un nulla di fatto sul fronte tassi e QE da parte dell’istituto centrale anglosassone settimana scorsa, il mercato non ha mostrato alcuna reazione degna di nota, il che ci fa comprendere come gli investitori siano pronti a valutare ritocchi restrittivi (o meglio, di aggiustamento) delle linee guida di politica monetaria, ma non subito (in quest’ottica sarà importantissimo valutare la pubblicazione delle minute settimana prossima). Un dato come quello di oggi potrebbe però tentare di indirizzare il mercato che ha congestionato fin’ora sopra area 1.70 ¾ e che sta tentando delle lievi discese alla ricerca dei supporti per tentare delle rotture di breve definitive a ribasso in caso di dati inferiori rispetto alle attese o per ripartire verso i target che si muovono tra 1.7200 e 1.7230 e che sono stati sfiorati durante la scorsa settimana.



Dollaro australiano: ancora fermo


Le minute della RBA non hanno portato alcuna novità di sorta alle orecchie di analisti, operatori ed investitori. Ci troviamo di fonte ad una banca centrale che ribadisce la forza della propria divisa (pur non stressando troppo il concetto con minacce di interventi a mercato aperto) e che dipinge una situazione economica buona seppur su livelli di crescita inferiori a quelli potenziali, ribadendo l’intenzione di mantenere i tassi di interesse stabili per ora. Il cambio tra dollaro australiano e dollaro americano è rimasto stabile con un lieve aumento di volumi di scambio sulla release degli statement, non sufficienti a far prendere direzionalità a dei prezzi che vedremo tra poco molto congestionati ed in attesa di rotture rialziste o ribassiste.



QUADRO TECNICO


EurUsd: nessuna operatività sull’euro data la mancanza di volatilità stimata che non ci ha fatto valutare entrate long sui tentativi di rotture rialziste visti ieri. Ci troviamo ancora in congestione, con il mercato che ha fallito il compimento di nuovi massimi (time frame di riferimento a 4 ore) e che potrebbe, in caso di sfondamento di area 1.3585 tentare degli approfondimenti verso 1.3560, livello da superare prima di pensare ad attacchi di 1.3540 (l’area di 1.3610, molto sentita nei giorni scorsi, potrebbe liberare tentativi di raggiungimento dei primi supporti visti). Nel caso di ripartenze oltre 1.3635 (come ieri) potremmo ragionare su tentativi di ripartenza verso 1.3650 ed in estensione 1.3665, da valutare soltanto in caso di aumenti significativi dei volumi di scambio (scarica l’indicatore real volume di FXCM) data la volatilità stimata molto bassa.

UsdJpy
: si mantiene valida l’impostazione tecnica vista ieri su UsdJpy, con la divergenza rialzista vista che è andata a pieno compimento durante la notte. L’area passante tra 101.50 e 65 risulta essere molto interessante per valutare eventuali vendite di dollaro tenendo conto che un superamento di area 101.85 potrebbe condurre a tentativi di accelerazione verso 102.00 ed in estensione 102.15, scenario difensivo avvalorato dall’impostazione di un grafico orario sul quale, se dovessero tenere le medie incrociate a rialzo (non da considerare pieni supporti dinamici a causa dei mancati aumenti di volatilità a rialzo dei prezzi prima dei retest), potremmo assistere a questi strappi rialzisti.

EurJpy: sulla salita di UsdJpy il cross ha superato l’area di 138.25 senza rompere a rialzo l’area di trigger per valutare delle long verso 138.75. L’area di vendita stimata tra 138.00 e 138.25 ha dunque lasciato spazio a tentativi di risalita che non hanno però portato a rotture definitive. Seguiamo con attenzione un time frame a 4 ore (data la confusione oraria che accompagna molti strumenti e che ne rende difficile l’interpretazione) dove la media a 100 è intervenuta, insieme all’area di 138.40 studiata ieri, come resistenza. I prezzi, in caso di superamento ribassista di area 138.00/ 138.10 potrebbero tentare accelerazioni verso 137.50, con 137.75 come punto di potenziale interferenza, stando attenti al fatto che se dovessimo assistere ad un ritorno sopra 138.25 (dopo tentativi di rottura ribassista visti) il mercato potrebbe tornare sui massimi e tentare estensioni verso 138 ¾.

GbpUsd: prezzi che si stanno muovendo all’interno di una potenziale area di acquisto a 4 ore (con area 1.7050, come visto ieri, oltre la quale i prezzi potrebbero tentare approfondimenti ribassisti verso la figura), con 1.7090 che potrebbe rappresentare un livello oltre il quale il mercato potrebbe tentare ripartenze verso 1.7125, area da superare per assistere a tentativi di estensione verso 1.7150. Su un orario i prezzi si stanno mantenendo sotto la media a 21, dopo bassi aumenti do volatilità, il che avvalora il nostro scenario difensivo e non di attacco su questo time frame.

AudUsd: australiano che dopo la mancata salita di questa notte potrebbe tentare dei ribassi per cercare delle rotture della congestione in essere. In caso di raggiungimento di area 0.9360, con uno stocastico orario lontano dalla zona di ipervenduto, è possibile valutare eventuali tentativi di approfondimento verso 0.9330, livello che se raggiunto con uno stocastico a 4 ore lontano ancora dall’ipervenduto potrebbe lasciare spazio a tentativi di raggiungimento di 0.93 figura (operativamente curiamo il livello di 0.9320). In caso di ripartenza oltre 0.9415 è possibile valutare eventuali tentativi di arrivo verso 0.9450, da valutare in caso di superamento di 0.9430.


Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM