In data 9 giugno 2014 è partito l'aumento di capitale 2014 della Banca Monte dei Paschi di Siena, avente le seguenti caratteristiche:
  • Rapporto di opzione: 214 azioni nuove ogni 5 vecchie al prezzo di 1 €
  • Controvalore totale dell'aumento di capitale: circa 5 miliardi di euro
  • Numero di azioni attualmente in circolazione: 116.815.397
  • Numero di azioni post aumento: 5.116.513.873
Questo tipo di aumento di capitale è molto diluitivo: significa che l'azionista MPS che decidesse di non aderire all'offerta subirebbe una riduzione della sua partecipazione, in termini percentuali sul capitale, pari al 97,7%. Ci si aspetta quindi un aumento vertiginoso del prezzo dell'azione e calo dei diritti.
I diritti di opzione saranno trattati dal 9 al 20 giugno 2014 compresi e potranno essere esercitati sino al 27 giugno 2014.

Ragioni dell'offerta e impiego dei proventi

La presente operazione rientra nel piano di ristrutturazione mirato a patrimonializzare la Banca alla luce della nuova normativa adottata sulla base degli accordi di Basilea III. I proventi saranno inferiori ai 5 miliardi in quanto il Consorzio di Garanzia che ne garantisce l'esito positivo comporta un costo di 260 mln di euro; inoltre 3 miliardi verranno usati per rimborsare il debito che la Banca ha contratto nei confronti dello Stato con i Tremonti Bond.


Dati economici

Il piano industriale del Monte dei Paschi di Siena fissa come obiettivo un utile di 200 mln nel 2015 e di 900 nel 2017. tuttavia la Banca ha continuato a perdere anche nel 2013, 1,4 miliardi di euro, dopo le perdite record dei due anni precedenti, 3,1 miliardi nel 2012 e 4,6 miliardi nel 2011.
Il patrimonio netto, di conseguenza, in soli tre anni si è dimezzato da 14,6 a 7,6 miliardi di euro, a fronte di una capitalizzazione ante aumento di meno di 3 miliardi.

Si segnala inoltre che perdura un costo del credito di 213 punti base e gli obiettivi per il 2015 (106 punti base) non sono sicuramente facili da perseguire, soprattutto in considerazione delle dinamiche dei crediti deteriorati e delle sofferenze che continuano a crescere vertiginosamente anche nel primo trimestre del 2014 di poco meno di 1 miliardo di euro. Un euro su quattro erogati dalla Banca risulta appartenere a crediti deteriorati, e il 60% di questi ultimi è costituito da sofferenze vere e proprie, che rappresentano il 15% del totale degli impieghi.
Il perdurare della crisi economica potrebbe aggravare ulteriormente il deterioramento della qualità del credito del Gruppo e determinare un aumento degli accantonamenti, con probabili ripercussioni sul risultato economico.