Nonostante i proclami sull'abbassamento delle tasse il governo Renzi ha aumentato la tassazione sui risparmi portando la tassazione sui conti correnti e di deposito dal 20 al 26% con un aumento dell'aliquota del 30%. Se da un
lato il governo cerca di rassicurare il Paese sulla non pericolosità di
questo a
umento della tassazione, dall'altro si sottolinea come questa
misura sia di elevato
impatto sociale,
perchè riguarda la maggior parte degli italiani e in particolare
i
piccoli risparmiatori, già provati dalle mini patrimoniali delle imposte
di bollo dell'ex governo Monti.
L'aumento delle imposte scatterà dal primo luglio 2014, anche se associazioni di risparmiatori come l'Aprimef stanno cercando di far passare un emendamento per trovare risorse alternative e mantenere la tassazione al 20%.
Il governo Renzi parla solo di "adeguamento" della tassazione sulle
rendite finanziarie, ma la sostanza è la stessa e i risparmiatori
italiani pagheranno ancora una volta di più rispetto al passato.
Ma quanto incide questa manovra sulle tasche degli italiani? Per un conto corrente medio l'aggravio è di circa 1 euro all'anno.
Facendo una stima sull'incidenza della tassa, sui conti con giacenze più elevate, tra 10mila e 50mila euro ci sarà un aumento della tassazione pari a 2,3 euro l’anno,
mentre su conti fino ai 250mila euro l'aumento previsto è di 26,1 euro.
Per i conti oltre 250 mila euro si parla di 169,2 euro in più all’anno.
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L'aumento della tassazione si fa sentire poco sui conti correnti in quanto i tassi offerti sono molto bassi. La storia cambia invece, con i conti deposito, dove l'aumento andrà a colpire la quota di interessi maturata sul capitale in maniera sostanziale.
Non resta altro che augurarsi che questa manovra sulla tassazione dei risparmi sia l'ultima.
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