Un altro simbolo dell’agroalimentare italiano passa di mano e va a finire agli spagnoli.
Il pastificio Lucio Garofalo, tra i più popolari nel segmento della pasta di alta qualità, ha annunciato di aver siglato un accordo preliminare con
Ebro Foods per l’ingresso nella propria compagine azionaria, con il 52% del capitale sociale,
per
un controvalore di 62,5 milioni di euro. Pasta Garofalo,
che produce anche con marchi come Santa Lucia, è una realtà imprenditoriale dalla storia
ultracentenaria che durante gli anni ha dovuto affrontare diversi riassetti proprietari.
Dal 1997 è controllata dalla famiglia Menna, che era presente nel capitale
sociale già dal 1952. Dal 2002 la Garofalo si è concentrata sulla produzione per il
segmento di pasta “alta qualità” ed è passata da circa 30 milioni di
euro di fatturato nel 2002 a oltre
134 milioni di euro nel 2013.
Ebro Foods invece, è una multinazionale spagnola quotata alla Borsa di Madrid. L’azienda, precisa la nota che ha annunciato l’operazione, ha riconosciuto in Ebro Foods “un partner industriale
con cui crescere sulla base di una visione comune”, che prevede, tra
l’altro, “di mantenere salda l’identità dell’azienda e del prodotto, che
devono i propri tratti distintivi e differenzianti alla dirigenza, alle
maestranze, nonché al sito produttivo”.
Le due società condividono i valori e la filosofia con cui si
presentano al mercato e ai consumatori. L’operazione risponde ad una
logica di ulteriore sviluppo internazionale.
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Massimo Menna, Amministratore Delegato del Pastificio Lucio
Garofalo ha commentato: “Sono felice di poter dare il benvenuto ad
Antonio Hernández Callejas e al Gruppo Ebro Foods nel capitale sociale
della Lucio Garofalo S.p.A., ciò è motivo di orgoglio per tutti noi
perché ci dà la possibilità di consolidare il successo della nostra
pasta nel mondo. L’esperienza e il know how internazionale di Ebro
Foods, rappresentano per un’eccellenza italiana come Garofalo la
possibilità di divenire ambasciatore sempre più forte della produzione e
professionalità del nostro Paese, ed ecco perché questa operazione
rappresenta un valore per il Sistema Italia e non va erroneamente letta
come "un pezzo di Italia che se ne va". Le migliori scelte non si fanno
nell’urgenza del bisogno. La nostra azienda è sana e forte e questo l’ha
messa nella posizione ottimale per cogliere la migliore opportunità di
crescita”.
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