Il punto della situazione
Ci troviamo di fronte a mercati che hanno mostrato durante gli ultimi giorni dei segnali importanti di decorrelazione sia intermarket che intramarket, il tutto dopo ce come sappiamo e ripetuto diverse volte, la BCE è andata a creare delle aspettative di interventismo durante la prossima riunione del 5 giugno, aspettative in grado di produrre effetti sui prezzi dell’euro, andato a correggere in maniera importante contro il dollaro americano.
Quest’ultimo, per concentrarci su quello che rimane ancora la valuta di riferimento dell’intero sistema mondiale, non abbiamo assistito a movimenti all’unisono contro sterlina, euro, yen e dollaro australiano, il che ci conferma come il mercato sembri veramente in attesa di qualche sviluppo o di qualche rumor in grado di catalizzare le idee degli investitori, che rimangono concentrate sul brevissimo periodo. Le borse non hanno svelato nessun chiaro segnale a livello di risk off, seppur le correzioni, soprattutto a livello di indice italiano, siano state significative e non escludiamo che, data la mancanza di reattività a livello di relazione tra movimenti di mercato e dati macroeconomici pubblicati, i flussi rimangano orientati ad approfondimenti di questa direzionalità di breve periodo che potrebbe continuare ancora per qualche ora, prima di ravvedersi ed eventualmente tentare delle ripartenze visto che, parlando di medio periodo (per come lo intendiamo noi) non crediamo di essere pronti ad assistere a movimenti strutturali di ribasso.
La settimana della sterlina
Oggi niente, non solo a livello di Gran Bretagna, ma in generale, non avremo la pubblicazione di nulla di interessante, ma a partire da domani, come si può notare dando uno sguardo al nostro calendario macroeconomico, verranno pubblicati diversi dati sulla sterlina inglese che, durante l’ultima settimana è stata in grado di non reagire in maniera particolare ai dati rilasciati, a differenza di quanto accaduto durante gli ultimi mesi, andando così a confermare la situazione particolare che stiamo affrontando. Domani avremo il CPI, atteso a 1.7% contro un precedente di 1.6%, mercoledì le minute della Bank of England, che dopo l’ultimo inflation report potrebbero portare ad una buona ripresa del pound, sempre che il valutario decida di ripartire a valutare il posizionamento di flussi in base alle realtà macroeconomiche di riferimento (l’Inghilterra sta reagendo bene dal punto di vista economico) e le vendite al dettaglio (0.5% di aspettative sul mese contro un precedente 0.1%) per terminare con il GDP, atteso a 3.1% sull’anno, un’indicazione di produttività e crescita che si discosta enormemente da quello europeo, dove a differenza di Stati Uniti e di oltremanica, non sono state implementate misure quantitative di sostegno all’economia e siamo stati in estremo ritardo (e ancora lo siamo) sul processo di taglio dei tassi.
QUADRO TECNICO
EurUsd: oggi si potrebbe giocare la stessa partita (di giovedì scorso), con l’area passante tra 1.3730 e 1.3750 che potrebbe rappresentare una buona zona all’interno della quale ipotizzare acquisti di dollaro americano (punti statici, media a 21 a 4 ore) tenendo conto che un ritorno sopra area 1.3765 potrebbe portare a tentativi di accelerazione verso 1.3800/15. In caso di tenuta delle resistenze è possibile valutare ritorni verso i minimi in area 1.3690 ed eventuali estensioni in area 1.3650, 10 pips inferiore ai livelli visti ieri. Così scrivevamo venerdì ed i primi target sono stati raggiunti dopo la tenuta delle resistenze. Ora ci troviamo ancora sotto a zone di resistenza, che continuano a passare tra 1.3730 e 50, con l’area di 1.3765 che continua ad essere quella a nostro parere da curare per pensare ad evoluzioni come quelle descritte qui sopra. Punti di potenziale target rimangono quelli visti.
UsdJpy: le resistenze viste hanno tenuto molto bene ma il mercato è rimasto in laterale, all’interno di una congestione che potrebbe sfociare in una rottura da una parte o dall’altra ma che preferiamo curare sui ribassi, dove passano delle aree interessanti. Parliamo di 101.20, 101.00 e 100 ¾ che potrebbero rappresentare i livelli che il mercato potrebbe a step raggiungere nel momento in cui le resistenze passanti tra 101.70 e 101.85 dovessero tenere (punti statici e dinamici a 1 e 4 ore). Un ritorno sopra 101.95 potrebbe aiutare al raggiungimento di 102.15, oltre il quale come impostato ieri potremmo attenderci dei tentativi di risalita verso gli ultimi massimi precedenti.
EurJpy: resistenze che partivano da 139.40 che hanno tenuto molto bene, portando a tentativi di estensione ribassisti. Ci troviamo ora sotto le resistenze che continuiamo a considerare passanti tra 139.40 e 65, livelli che se dovessero tenere potrebbero condurre i prezzi verso 138.60, area che potrebbe contenere le discese ma che se superata di una quindicina di punti potrebbe condurre verso 138.10. L’idea che ritorni sopra area 139.85 potrebbero condurre a tentativi di ripresa delle quotazioni verso140.20 sembra comunque una buona risorsa difensiva.
GbpUsd: l’area di 1.6840 è stata raggiunta ma la divergenza ribassista oraria, ad ora, non si è ancora formata. Possibile continuare a seguire comunque questa zona come livelli sui quali ipotizzare acquisti di dollaro americano (si vedano le resistenza statiche e dinamiche su un orario ed un 4 ore), tenendo conto che un superamento rialzista di area 1.6865 potrebbe condurre i prezzi verso figura.
AudUsd: confusa ancora la situazione dell’australiano, che non sta compiendo massimi crescenti pur avendo le medie a 4 ore incrociate ancora a rialzo. Seguiamo gli sviluppi sul forum di analisi, tenendo conto che 0.9315, se raggiunto, potrebbe rappresentare ul livello sul quale valutare eventuali rotture ribassiste verso area 0.9270, ma è presto per posizionare ordini in macchina.
Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM
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