Siamo pronti al sell off definitivo?
Se ragioniamo dal punto di vista macroeconomico e delle aspettative che si stanno creando circa le future mosse della Federal Reserve, continuiamo a credere che non siamo ancora arrivati al momento decisivo per valutare delle discese strutturali degli indici, ma il sell off di ieri non può essere certamente ignorato e preso alla leggera, soprattutto perché privo di particolari motivi scatenanti.
Vero che esistono dei fondati timori su un eventuale rallentamento cinese e che molte trimestrali non sono previste a rialzo, ma dopo i verbali della Fed non ci attendevamo certo questa reazione, soprattutto vista la mancanza di correlazioni di risk off tra borse/dollaro e altre valute rifugio, con l’oro che avrebbe potuto e potrebbe iniziare a ricoprire un ruolo di catalizzatore di flussi (di breve termine però, a causa della bassa inflazione) che invece ha continuato a muoversi per la sua strada. I rendimenti dei Treasuries stanno continuando a scendere (quinto calo consecutivo, con il decennale a 2.65% ed il trentennale a 3.52%) ed è difficile capire i motivi dei movimenti visti ieri sui listini che però non ci preoccupano più di tanto da un punto di vista operativo in quanto, chi ci segue lo sa, non andremo mai a far trading su aspettative o idee che abbiamo ma saranno i livelli tecnici a farci intendere quale possa essere la strada da intraprendere. Ci muoviamo sempre nell’intraday e se consideriamo il medio periodo continuiamo a curare l’area che passa tra 1,810.00 e 1.815.00 come livello oltre il quale potremmo assistere ai primi tentativi di discesa verso i supporti più importanti che cominciano a passare per 1,755.00. Altri spunti di riflessioneE’ il caso di dirlo: finalmente la sterlina è rimasta stranamente calma. Dopo le montagne russe mostrate dal pound, in grado di reagire a qualsiasi notizia macro, ieri sulla decisione della Bank of England di non modificare la propria politica monetaria non è successo niente. Noi, per prudenza, abbiamo preferito seguire l’evento dal vivo insieme ai traders, ma la volatilità non è arrivata. Oggi nessun dato all’orizzonte, consideriamola soltanto in base ai livelli tecnici. Oltre a questo, lo yen è rimasto su posizioni di forza relativa contro il dollaro sulla discesa del Nikkei che ha seguito le vendite a Wall Street con il dollaro neozelandese che ha vissuto delle prese di profitto, portandosi dietro il dollaro australiano. In ultimo, anche se molti analisti oggi lo citeranno come primo fattore da considerare, la moneta unica ha sfiorato quota 1.3900 ma a noi ormai sembra una situazione talmente ovvia da non dargli più di tanta importanza. |
QUADRO TECNICO
EurUsd: i supporti individuati tra 1.3810 e 1.3825 hanno ben tenuto riportando i prezzi sui massimi precedenti, che durante il pomeriggio hanno lasciato spazio alla salite verso 1.3900, area sotto la quale stiamo consolidando stamattina. La zona compresa tra la media a 21 oraria ed i punti statici precedenti potrebbe essere buona per considerare nuovi acquisti di euro per tentare delle salite verso 1.3930, con l’idea che se il mercato dovesse rompere a ribasso tale area potremmo assistere a correzioni che non ci faranno considerare entrate cotrte se non dopo l’eventuale superamento di 1.3845, con i dieci punti successivi che potrebbero comunque frenare il movimento. Soltanto dopo il passaggio di quest’ultima area potremmo attenderci discese verso 1.3810.
UsdJpy: buona tenuta delle resistenza anche se non siamo stati colpiti dal mercato. L’impostazione tecnica è rimasta comunque buona, dandoci fiducia su quella che continua ad essere a nostro parere una zona di resistenza importante da poter curare per valutare acquisti di yen. Parliamo di 102.10/25 dove si presenterebbe un buon risk/reward (per un ritorno sui minimi) dato dal fatto che un superamento rialzista dell’area potrebbe lasciare spazio verso 50.
EurJpy: continua la brutta lateralità del cross che questa mattina si sta portando sulle resistenze di breve, sfruttabili soltanto per il buon R/R offerto in vendita data la possibilità di stopparsi sopra i massimi. Non c’è però confluenza di altri fattori tecnici per farci considerare vendite più convinte, per cui seguiamo 141.60/85 come area per valutare eventuali esaurimenti delle risalite sulle quali pensare ad acquisti di ye, per ritorni verso 141.25 ed in estensione 140.75.
GbpUsd: i supporti visti ieri hanno tenuto facendo partire movimenti rialzisti ma molto contenuti. Possiamo considerare quella di ieri come una giornata di pausa per il pound, che sta consolidando all’interno di una congestione che mostra diminuzione di volatilità e che lascia la nostra attenzione puntata su area 1.6730 e 50 come supportiva potenzialmente in grado di contenere i prezzi per ritorni verso 1.6775 ed in estensione i massimi a 1.6820, che comunque dovrà essere superato di almeno una quindicina di punti prima di pensare ad estensioni rialziste verso i massimi precedenti. Sotto i supporti si apre la strada verso 1.6680, mentre in caso di partenza diretta a rialzo l’idea è quella di curare1.6790 prima di puntare a tentativi di raggiungimento degli ultimi massimi relativi.
AudUsd: raggiunti sia 0.410 sia 0.9440 dopo la tenuta dei supporti di ieri. L’area che pasa sopra 0.93 ¾ potrebbe fungere nuovamente da supporto ed estensioni oltre 0.9465 potrebbero lasciare spazio verso 0.9530. 0.9350 potrebbe essere uno scudo di supporto in caso di superamenti ribassisti dei supporti e una volta che dovesse essere superato potrebbe lasciare spazio verso 0.9315. Così scrivevamo ieri ed i livelli si sono rivelati buoni. Seguiamo l’area tra 0.9335 e 0.9350 per valutare eventuali ripartenze del dollaro australiano verso primi potenziali target passanti per 0.9425 ed in estensione sui massimi, tenendo conto che un ritorno sotto l’area considerata potrebbe lasciare spazio verso 0.93 figura.
Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM
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