Abbiamo chiuso così la settimana
Chiudevamo così la settimana in un nostro commento per il Sole 24 Ore ed altre testate: “Il mercato valutario non è risultato particolarmente direzionale con il dollaro americano che non ha mostrato un andamento unidirezionale contro le principali altre valute, confermandoci l’assenza di correlazioni sia intermarket che intramarket, tra valutario e listini azionari.Non abbiamo infatti registrato situazioni particolari di propensione o di avversione al rischio, durante le quali si andava a verificare la dicotomia tra dollaro americano acquistato in casi di borse in discesa e viceversa. Sui listini, sostenuti dalla liquidità che caratterizza la maggior parte dei portafogli d’investimento, abbiamo assistito alla formazione di nuovi livelli di massimo relativi e le materie prime sono rimaste sotto pressione, con l’oro pericolosamente avvicinatosi a livelli di supporto che se superati su base giornaliera potrebbero accompagnare i prezzi del metallo giallo su lidi più lontani, a partire da 1,250.00 dollari/oncia.
Dal punto di vista macroeconomico, le uniche novità ci arrivano dalla lontana Nuova Zelanda, dove la Banca Centrale ha deciso di continuare il ciclo di rialzi del costo del denaro portando i tassi di riferimento dal precedente livello di 2.75% al 3% al fine di moderare la situazione del mercato immobiliare e di ancorare le aspettative di medio periodo sull’inflazione al target del 2% (attualmente siamo all’1.5% ma si potrebbe salire anche grazie alla buona crescita, pari al 3.5% annuale). Oltre a ciò continuiamo a seguire l’unica correlazione presente ed efficace, tra yen e borse asiatiche (in caso di rafforzamento di quest’ultime il primo viene venduto a finanziamento delle operazioni) e rimaniamo concentrati sulla forza della sterlina inglese. “Integrazioni dopo la consegna”Rimaniamo concentrati su tutti i punti sopra esposti a parte prendere atto dell’allontanamento importante dell’oro dai livelli di supporto citati, che rimangono comunque in pericolo se consideriamo la configurazione grafica e le attese di inflazione globale ed alla partenza di quelle che abbiamo visto essere correzioni delle borse in seguito a rumor circa la crisi tra Russia ed Ucraina in grado di mantenere sotto pressione il petrolio ma di portare il metallo giallo ad essere utilizzato come difesa e rifugio una volta estratti flussi di capitale dalle borse. Nulla di strutturale, tant’è che rimaniamo convinti dell’assenza totale di correlazioni stabili, cosa che nell’arco del brevissimo termine (qualche giornata e non di più), può assumere diverse forme (giovedì oro bene rifugio, adesso vedremo se sarà il turno del dollaro, rifugio o finanziatore). |
QUADRO TECNICO
EurUsd: euro continua a rimanere combattuto all’interno del range principale rappresentato da 1.3775 e 1.3850. Fino a quando non supereremo uno di questi due livelli il mercato potrebbe mantenersi all’interno della congestione, fornendo spunti operativi poco chiari. Anche un grafico a 4 ore non aiuta nell’interpretazione della price action, preferiamo dunque seguire le evoluzioni dei prezzi sul nostro forum di analisi per cercare di interpretare al meglio la price action intraday, con uno sguardo particolare all’area compresa tra 1.3790 e 1.3805 come potenziale zona su cui valutare degli ingressi long in limit, tenendo conto che superamenti a ribasso degli importanti supporti passanti per 1.3775 potrebbero lasciare spazio a discese verso 40.
UsdJpy: quotazioni che sono ripartite verso area 102.30 dopo la formazione ed il completamento di una pera cotta comunque non tradabile data la distanza tra la media a 21 e le resistenze statiche che avrebbero dovuto essere superate prima di pensare ad ingressi long intraday. Siamo ora vicini alla media a 100 che insieme all’area rappresentata da 102.45 potrebbe far considerare frenate dei prezzi per ritorni verso i supporti passanti dapprima per 102.20 ed eventualmente in estensione verso 102.00 e 101.85. Oltre area 102.55/60 il mercato potrebbe tentare escursioni verso le resistenze principali passanti per 102 ¾ che se superata potrebbe condurre le quotazioni verso 103 figura ed eventualmente 103.15 (cattivo R/R per eventuali considerazioni di ripartenze a rialzo dei prezzi nell’intraday orario sopra area 60, ma se ci spostiamo su un 4 ore, una violazione a rialzo delle ultime resistenze viste potrebbero far verificare la rottura di un livello statico di una potenziale bandiera di continuazione di una possibile rivalutazione del dollaro partita a metà aprile).
EurJpy: situazione tecnica simile al papà UsdJpy, con le prime aree di resistenza sulle quali eventualmente valutare acquisti di yen passanti tra la media a 100 oraria e 141.65. Oltre questa, è possibile valutare ripartenze dell’euro verso area 141.85, dove tra quest’area a 142 ¼ il mercato potrebbe tentare accelerazioni che potrebbero fermarsi su qualsiasi punto contenuto nella zona considerata (attenzione dunque ad utilizzare, eventualmente, dei trailing stop). In caso di tenuta delle resistenze141.35 potrebbe rappresentare il primo livello di target ed eventualmente 141 figura.
GbpUsd: cable confuso se osservato su un time frame orario ma tendenzialmente rialzista se osservato su time frame più lunghi (4 ore) a causa della tenuta dei supporti statici passanti sopra area 1.6750 e dell’impostazione delle medie a 21 e 100, ancora a rialzo. Il fatto che non siano stati creati nuovi massimi relativi depone a favore di una perdita di momentum dei prezzi, ma che potrebbe rappresentare una pausa del movimento principale di salita. Oltre area 1.6815 crediamo che il mercato possa avere voglia di testare i massimi che se superati potrebbero portare ad estensioni tra 1.6850 e 1.6890 senza riuscire tuttavia a fornire indicazioni precise circa potenziali livelli di frenata (anche qui attenzione all’uso del trailing stop). Occorre superare a ribasso l’area di potenziale acquisto in limit, passante tra 1.6775 e 1.6750 di una decina di punti prima di pensare a giri ribassisti verso figura, a nostro parere.
AudUsd: australiano in correzione dopo il raggiungimento di 0.9250, con i prezzi che si sono riportati sull’area di resistenza curata qualche giorno fa, sulla quale abbiamo considerato delle vendite. Parliamo di 0.9300/0.9315, raggiunto il primo trigger visto ieri per considerare eventuali ingressi short. Continuiamo a considerare l’area passante tra 0.9300 e 0.9315, all’interno della quale considerare eventuali acquisti di dollaro americano (senza mediare però questa volta e considerando l’ultimo livello indicato come area operativa), con l’idea che ritorni sopra 0.9330 potrebbero sempre portare ad accelerazioni rialziste inizialmente verso 50 ed in estensione, in caso di superamento del primo livello, di 75 e primi target in caso di tenuta delle resistenze posti in area 0.93 figura ed in estensione 0.9265.
Articolo redatto da Matteo Paganini
Chief Analyst DailyFX
Forex Capital Markets FXCM
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