L’accordo sul budget non ha convinto
Forse era scontato che non si andasse nuovamente incontro ad uno shutdown ma sicuramente l’abbozzo dell’accordo, che non soddisfa completamente e forse nemmeno inizialmente le parti implicate, è stato preso come pretesto per cominciare a vendere gli indici americani, dopo i massimi storici ritoccati durante questa settimana.
L’idea di non essere pronti a storni importanti per quanto riguarda il medio periodo permane, ma nel breve periodo la rottura dei supporti (chi ci segue sa che non impostiamo mai operazioni o analisi valutative di strategie in base a ciò che pensiamo o agli eventi macroeconomici, ma consideriamo sempre gli aspetti tecnici e legati al posizionamento di ordini da parte degli investitori, leggasi analisi tecnica) ha fatto sì che partissero dei forti movimenti correttivi ancora ascrivibili al breve periodo e che dunque potrebbero farci assistere a tentativi di ripartenza. Curiamo con attenzione l’area che passa tra i prezzi attuali e 1,767.50, che se dovesse tenere potrebbe fornire buone opportunità di acquisto dell’indice, tenendo conto che un superamento ribassista di quest’area potrebbe colpire nuovi ordini di vendita tali per cui il movimento potrebbe tendenzialmente prendere forza con primi target in area 60. In caso di rimbalzi, attenzione alla possibile tenute dei primi livelli di resistenza statici-dinamici passanti per 1,783.00/86.00. |
Nessun flusso particolare sul dollaro
Recupero del biglietto verde su questa uscita dalle borse che ha mostrato una certa forza sul partire del movimento ma che, nel prosieguo delle prese di profitto non ha portato a movimenti strutturali di salita contro le major, con soltanto l’australiano che ha continuato a soffrire in maniera sistemica contro il biglietto verde. Questo, insieme ai rendimenti dei titoli di stato americani che sono saliti ed alle materie prime (oro in testa) che sono rimaste sostanzialmente non colpite, testimonia come probabilmente i movimenti possano essere considerati come di aggiustamento di breve periodo, senza farci considerare per il momento possibilità di discese strutturali (che come detto, valuteremo comunque operativamente parlando).
QUADRO TECNICO
EurUsd: tenuta di 1.3730 e raggiungimento di 1.3780, dove si sono tentate salite oltre 1.3800, non in grado di approfondire fino a 1.3830. Ci troviamo ora all’interno di un canale di correzione ribassista con 1.3740 come livello da curare al fine della valutazione dei supporti intraday e che se raggiunti potrebbero fornire buone opportunità dal punto di vista del R/R per pensare ad acquisti di euro (ipotizzabili già a partire da area 70). In caso di discesa sotto 1.3720 è possibile valutare 1.3690 come potenziale livello di supporto che deve essere superato di almeno 20 punti per far girare lo scenario definitivamente, mentre in caso di ritorno sui massimi crediamo che un nuovo tentativo di rottura di 1.3795 possa far pensare di anticipare un’operatività long che per i più conservativi potrebbe essere attesa oltre 1.3815 per i massimi intorno a 30.
UsdJpy: arrivo a 102.40 in mattinata e pull back delle resistenze (statiche e dinamiche in area 102.80) come da attese, prima che i prezzi tornassero verso i minimi ed una volta sforato a ribasso il livello di 102.30 provassero a puntare la figura, senza tuttavia riuscire a raggiungerla. Siamo ora in una situazione di stallo che consiglia l’attesa di assistere almeno al raggiungimento delle aree rappresentate da 102.95 e 102.15 prima di pensare a qualsiasi tipo di operatività. Ci aggiorniamo sul sito www.dailyfx.it per quanto riguarda l’intraday.
EurJpy: nessun trigger colpito sull’EurJpy per la giornata di ieri, seppur l’impostazione tecnica di base è risultata corretta. Come sul papà UsdJpy oggi siamo in attesa di valutare eventuali tocchi di livelli importanti (rappresentati da 141.90 e da 141.10) con una preponderanza di potenziali operazioni lunghe da valutare su un grafico a 4 ore a partire dai primi livelli du supporto indicati (estendibili fino ad area 140.90).
GbpUsd: rottura dei supporti sul cable sul quale ieri non abbiamo fornito una strategia difensiva (per dimenticanza) e che quindi può aver portato alla prese di stop secchi non recuperabili tramite un giro di posizioni short una volta rotte le aree di supporto. Ci scusiamo ma poco male, sappiamo che una volta che un’eventuale segnale non dovesse risultare buono l’idea di uscire subito dalla posizione non è sbagliata, anche quando essa comporta un taglio delle perdite senza possibilità (in questo caso per colpa nostra) di recuperarle subito. Stiamo curando la possibilità di assistere a pull back rialzisti delle resistenze che passano tra 1.6405 e 10.6415 sulle quali eventualmente valutare possibilità di vendita di pound, con stop e reverse nel momento in cui il mercato dovesse superare quota 1.6435.
AudUsd: perfetta la discesa del dollaro australiano che ora potrebbe puntare le resistenze passanti per area 0.9050 (estendibili fino a 75), sulle quali valutare potenziali vendite di australiano che soltanto in caso di superamento di area 0.9095 potrebbero lasciare spazio a tentativi di risalita che fino a quando non supereranno comunque il livello di 0.9125 non saranno da considerare come definitive.
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