A vedere certi provvedimenti discussi in parlamento viene naturale chiedersi se i politici siano a favore o contro gli interessi dell'Italia.

Come spesso accade le buone in­tenzioni sono quelle che ci fanno com­mettere i delitti più efferati.

Il Governo Monti, l’esecutivo che ha studiato e messo a punto l’introduzione in Italia della tassa sulle transazioni finanziarie, aveva previsto un gettito di circa 1 miliardo per l'intero 2013.

L'imposta sulle transazioni finanziarie  dovuta sui trasferimenti di proprietà di azioni e altri strumenti finanziari partecipativi e sulle operazioni su strumenti finanziari derivati ai sensi della Legge di Stabilità per il 2013, non è andata, nei primi 10 mesi del 2013 oltre i 159 milioni di euro: a due mesi dalla chiusura dell’anno, mancano quindi all’appello 841 milioni di euro. 

Le banche tedesche hanno iniziato una campagna contro le nuove tasse sulle transazioni finanziarie di Francia e Italia.
Le banche tedesche criticano l'applicazione delle tasse, che sono imposte sulle transazioni di titoli a prescindere da dove si svolgono le transazioni. Secondo le banche, si tratta di una violazione delle norme europee sulla libera circolazione dei capitali.
 
Anche Nicastro di Unicredit ha espresso parere negativo sulla Tobin Tax Italiana:  «E' masochista se applicata solamente in Italia», ha detto ieri il direttore generale.  «Ribadisco il concetto espresso un anno fa al momento dell`introduzione della tassa: è la classica cosa che, se fatta globalmente, può avere un senso, ma se viene fatta in un`unica area geografica, inevitabilmente la penalizza».

Pertanto, rileva il direttore generale di UniCredit, prima di introdurre una nuova versione bisognerebbe valutare gli effetti che ne derivano con riguardo alla "fuga di capitali" aggiuntivi rispetto alla prima versione, alla "perdita di gettito" come effetto del calo delle transazioni e agli effetti negativi sulla "competitività della Borsa italiana rispetto alle altre".

Da marzo, quando è stata introdotta la Tobin Tax, la media dei volumi giornalieri di scambio sulle azioni domiciliate in Italia è scesa a 2,8 miliardi di euro, dai 4,55 dei primi due mesi del 2013 (dati Thomson Reuters).