L’aumento dell’Iva dal 21 al 22% è attivo dal mese di Ottobre 2013. L'aliquota che passa al 22 per cento è quella ordinaria che si applica ai beni e i servizi che non rientrano nell'aliquota ridotta al 10 o in quella super ridotta al 4 per cento riservata a pane fresco, burro, latte, frutta e ortaggi e altri alimenti di prima necessità. Quello di ottobre 2013 è il secondo rialzo di un punto nel giro di due anni: l'aliquota era già salita dal 20 al 21% dal 17 settembre 2011 in pieno governo Berlusconi. Gli effetti sull'inflazione sono stati già calcolati dalla "nota di aggiornamento" al Def: passerà da una media dell'1,5 per quest'anno al 2,1 per cento del prossimo. Si tratterà tuttavia di uno "scalino", perché dal 2015 l'inflazione ricomincerà a scendere.


 Secondo gli studi di alcune associazioni di consumatori l'impatto medio dell'aumento dell'IVA sulle
famiglie sarà di circa 200 euro all'anno. I rincari colpiranno moltissimi beni come per esempio vestiti,  scarpe, mobili, giocattoli, detersivi, radio, computer, tv, ma soprattutto, carburanti.
“Per effetto del mancato slittamento dell’aumento dal 21 al 22% dell’aliquota ordinaria dell’Iva – si legge in una nota di Quotidiano Energia – il prezzo raccomandato della benzina salirà di circa 1,5 cent euro/litro, quello del d0iesel di 1,4 ed il Gpl di ,7 cent. Aumenterà anche il prezzo del gasolio da riscaldamento.

Rincari, anche se contenuti anche nelle bollette energetiche con lo scatto della nuova aliquota. Saranno soggetti ad aumenti vino, birra, succhi di frutta e alimenti pregiati come i tartufi. L'Iva aumenterà anche per le automobili, gli accessori auto, i pezzi di ricambio. E costerà di più anche la manutenzione e la riparazione dell'auto. Costeranno di più abbigliamento, calzature, pelletteria, biancheria per la casa, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie e piccoli elettrodomestici, detersivi, televisori, radio, hi-fi, computer e prodotti di cancelleria. La stretta riguarderà poi estetista, barbiere e parrucchiere, lavanderia e tintoria, gioielli e bigiotteria.
 
Dovrebbero restare al riparo dall'aumento i beni di prima necessità, come pane, carne, pesce e latte, la cui aliquota ridotta non è soggetta all'aumento: tuttavia potrebbero subire il riflesso del rincaro dei prezzi del trasporto.

Secondo la Cgia di Mestre fra le voci che subiranno i rincari maggiori ci sono i trasporti, a partire dai carburanti, con un aggravi medi annuali di 39 euro. Altri 20 euro aggiuntivi graveranno sulla spesa per l'abbigliamento e le calzature e altri 17 euro per l'acquisto della mobilia e degli elettrodomestici. Per l'associazione l'aumento colpirà di più le famiglie numerose e più povere.

 

Aumento retroattivo per fatture ancora da emettere


Secondo la Codacons “L’aumento dell’aliquota entrato in vigore lo scorso primo ottobre avrà  per alcune bollette domestiche effetti retroattivi. Questo significa che gli utenti dovranno pagare bollette più salate per consumi riferiti al periodo in cui l’Iva era ancora al 21%". Il dpr 633 del 1972 – spiega a questo proposito il Codacons – stabilisce che, indipendentemente dal periodo di riferimento dei consumi, l’aliquota Iva da applicare è quella relativa al momento in cui viene emessa la fattura. Ciò comporta che sulle prossime bollette di luce, gas, e telefonia riferite a consumi antecedenti la nuova aliquota, si applicherà comunque il 22%”.