Il prezzo dell’oro si è mosso questa settimana con estrema volatilità, toccando il massimo oltre i $1415 all’oncia nel pomeriggio di martedì, ma anche il minimo delle ultime due settimane sia in Dollari che in Euro tra giovedì e venerdì mattina. La crisi in Siria ha ancora tenuto banco durante tutta la settimana, tra le incertezze per un eventuale attacco militare degli Stati Uniti, e le dichiarazioni di Putin secondo il quale non è dimostrato che ci sia stato effettivamente un attacco chimico contro i civili da parte del regime di Assad. Entrambi, insieme agli altri leader mondiali, sono attualmente impegnati da nel summit G20 a San Pietroburgo.
In attesa di sapere cosa accadrà, David Govett di Marex sembra non avere dubbi nel “vendere oro durante i rally finché la situazione in Siria rimane così com'è.” Commerzbank mercoledì ha dichiarato invece che “l’effetto di questi eventi politici durerà poco. È poco probabile che il rischio geopolitico attuale sia in grado di modificare il trend dell’oro in maniera sostenuta. Dopo tutto, la domanda di oro fisico al momento è relativamente debole.” Ciò detto, l’ondata rialzista delle scorse settimane ha coinvolto anche il Comex: la posizione speculativa net long, identificata come la differenza tra contratti long e short di futures e opzioni, è salita del 173% rispetto al mese precedente, totalizzando la crescita più veloce dal giugno 2005.
Durante la settimana conclusasi lo scorso martedì, il totale delle posizioni short si è ridotto del 24% rispetto alla settimana precedente: si tratta del minimo degli ultimi sette mesi. Il prezzo come si diceva è poi crollato durante la giornata di giovedì e venerdì mattina, mentre i mercati rimanevano in attesa di quello che è probabilmente il dato economico più importante di tutti, almeno di questi tempi, ovvero i non-farm payroll negli Stati Uniti. Dopo la divulgazione dei dati sull’occupazione degli Stati Uniti, il prezzo dell’oro ha avuto un incremento di $33 all’oncia in appena 5 minuti, toccando i $1393 all’oncia. I dati si sono rivelati più deboli delle aspettative degli analisti. Le assunzioni nette sono salite a 169.000 unità, invece delle 180.000 previste. Il tasso di disoccupazione è però sceso al minimo delle ultime 44 settimane al 7,3%. Ricordiamo che la Federal Reserve aveva indicato un tasso di disoccupazione del 7% come condizione necessaria per poter discutere dell’aumento dei tassi di interesse dal livello zero al quale sono attualmente. Molti analisti hanno atteso i dati di oggi come specchietto per capire se la politica di tapering, ovvero di riduzione del programma di acquisto di asset da parte della banca centrale americana, inizierà o no a settembre. “La Fed vorrà senz’altro raccogliere maggiori informazioni prima di muoversi in questo senso, sopratutto visto quanto è stata violenta la reazione dei mercati alla prospettiva di tapering” ha dichiarato Julia Coronado di BNP Paribas a Bloomberg, commentando a caldo i dati. Chiudiamo con i fixing di venerdì pomeriggio: l’oro chiude la settimana a $1387, lo 0,5% in meno rispetto allo stesso dato di sette giorni prima. In Euro, il fixing è stato €1052,41, un calo dello 0,2%. L’argento, che ha seguito i movimenti dell’oro durante la settimana, accentuandoli come di consueto, chiude la settimana con un calo del 2,5%, a $23,05.
In collaborazione con Alessandra Pilloni – BullionVault Riadattato da MarketMovers.it