Come dovrebbe funzionare Serpico
Puntuali come le tasse sono iniziati gli spot anti-evasione di inizio anno su rassegne stampa e Telegiornali. Si parla come sempre di redditometro e Serpico, il nuovo supercevellone informatico che doveva partire nel 2010, poi 2011, 2012 ed infine 2013. Quanto ci sia di vero in queste notizie non è dato saperlo, tant'è che sia Serpico che il redditometro compaiono ad intermittenza sui mass media presentati ogni volta come la novità del momento. Quel che è certo è che di legale e molto plausibilmente di reale, in questi sistemi di schedatura elettronica c'è ben poco. Per quanto riguarda Serpico in verità non è nulla di nuovo, anzi l'acronimo sta ad indicare qualcosa che esiste già da anni, ossia l'anagrafe tributaria. 

La Germania provò a introdurre un sistema simile nel 2010, ma dovette desistere. Il governo era pronto ad «accendere» Elena, la versione tedesca di Serpico, ma i contrasti con le norme sulla privacy indussero i tecnici di Berlino a ritirare la norma. Il presidente dell'Istituto nazionale della privacy Luca Bolognini ha inoltre affermato che Serpico «È incostituzionale, si va da un eccesso ad un altro e si rischia uno stato di polizia elettronica. Si invade la sfera privata delle persone - spiega Bolognini - per garantire un ordine pubblico perfetto. L'operazione riesce, ma il paziente muore. Non puoi mettere sotto controllo tutti perché vuoi scoprire alcuni evasori. Si viola la Carta europea dei diritti dell'uomo e le normative sulla privacy. Vai contro i principi di proporzionalità, di necessità e di non eccedenza. Lo stesso discorso per cui ci sono regole costituzionali e del codice di procedura penale che non permettono di mettere sotto controllo a priori i telefoni dei cittadini».

Sistemi come Serpico non sono ammessi.
I testi di legge europei in tema di privacy dichiarano illegale il trattatemento massivo di dati a priori. Non a caso, il Garante europeo aggiunto per la protezione dei dati personali, Giovanni Buttarelli, ha mostrato la sua contrarietà alla norma inserita nel decreto salva-Italia, invitando il governo Monti a non metterla in atto. Del resto un articolo del Codice privacy, il numero 14, esplicita: nessun cittadino può essere sottoposto a decisione da parte dell'autorità pubblica che abbia effetti su di lui sulla base di una profilazione di un'analisi automatizzata di elementi che lo riguardano

Il fallimento di Serpico
Come si arriverà all'incostituzionalità della norma che introduce il sistema Serpico?
Ci sono 2 strade:

  1. la Commissione europea avvierà una procedura d'infrazione nel momento in cui affronterà il tema.
  2. al primo contenzioso per l'utilizzo di Serpico sarà interpellata la Corte di giustizia europea che, rifacendosi alle leggi dell'Unione, non potrà far altro che azzerare la norma.  
L'opinione di Beppe Grillo
Sull’argomento Serpico è intervenuto anche Beppe Grillo. Per il comico genovese, Serpico “è un “passo avanti verso la Repubblica Italiana dei Soviet. I grandi evasori non transano sul conto corrente, i grandi corruttori non fanno bonifici. Chi si vuole controllare? Il panettiere, il pensionato, l’artigiano, il piccolo imprenditore prossimo suicida, perchè lo Stato non gli paga le fatture?”. Per il leader di 5 Stelle “le transazioni sul nostro conto corrente fotografano la nostra vita: pagamenti per la scuola, per le vacanze, un prestito a un amico, la tessera annuale dei mezzi pubblici, il ristorante sotto casa. Noi e il nostro conto corrente siamo la stessa cosa. Il sapere che la mia identità, di contribuente onesto, è a disposizione di decine o centinaia di persone non mi sta bene. E’ violazione della privacy. Chi mi assicura che i miei dati personali non saranno violati? Il rapporto non è più tra me e la mia banca, ma tra me e il Fisco. Si dovrà rendere conto a un funzionario di un bonifico di 1200 euro al proprio zio? Stiamo scivolando lentamente verso il controllo totale della vita dei cittadini. Il motivo addotto è che stiamo per fallire, che dobbiamo salvare l’Italia. Bene! Chi ci ha portato in questa situazione, a partire dai parlamentari, renda pubblico in Rete i movimenti del suo conto corrente degli ultimi cinque anni”.

Conclusione
La lotta all’evasione non può diventare un sistema di monitoraggio di massa sulle attività finanziarie anche minime dei cittadini. Ed un Paese che ricorre a questi metodi scivola sempre più verso il disprezzo per la libertà.