Il tema della capitalizzazione degli interessi è peraltro molto contrastato. Se da un lato è corretto considerare gli interessi una somma di denaro in ordine alla quale vale la stessa presunzione di reimpiego che giustifica la decorrenza degli interessi sul capitale, dall'altro c’è sempre il rischio della trasformazione dell’anatocismo in un potente strumento di usura.
Un mutuo concesso in prestito al tasso annuo del 5% raddoppia in venti anni, mentre con la capitalizzazione degli interessi la stessa somma raddoppia in quattordici anni.
Esempio:
- Mutuo tasso 5% di 10.000€: dopo 20 anni il capitale da pagare sarà di 20.000€
- Mutuo tasso 5% di 10.000€: dopo 14 anni il capitale da pagare è di 20.000€ (Calcolo ANATOCISTICO)
Il Comitato interministeriale per il credito ed il risparmio (CICR) del Ministero dell'Economia e delle Finanze con la deliberazione 9/2/00 ha riconosciuto la possibilità di capitalizzazione degli interessi
creditori e debitori in relazione alle diverse operazioni bancarie. Con l’entrata in vigore di tale delibera quindi, è ormai certa la legittimità della capitalizzazione degli interessi pattuita mediante apposite clausole contenute nei contratti di erogazione del credito bancario. Occorre quindi prestare la massima attenzione durante la stipula di contratti bancari con maggior riguardo nei confronti di mutui e prestiti. |
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