La ragione è evidente: si tratta di un tema che per ovvi motivi fa molta "presa" sul pubblico e che inevitabilmente in ogni campagna elettorale rappresenta uno dei cavalli di battaglia dei partiti.
Il dibattito sull'argomento si infiamma però soprattutto in occasione della pubblicazione dei dati ISTAT. In base a quelli più recenti si evince che la pressione fiscale in Italia nel 2009 è stata pari al 43,2% (in crescita rispetto al 42,9% del 2008),
ponendo il nostro paese al quinto posto in Europa.
Ma che cos'è la pressione fiscale e come si calcola?
L'indicatore sulla pressione fiscale è determinato dall'ISTAT come rapporto tra imposte più contributi sociali e il PIL (Prodotto Interno Lordo).
E' quindi un indice di quanto lo Stato chiede ai cittadini per far funzionare l'apparato amministrativo e per finanziare i sevizi sociali.
Vediamo più in dettaglio le caratteristiche di questo indicatore.
Al denominatore del rapporto troviamo tutte le imposte: quelle dirette (sul reddito e sul patrimonio, come IRPEF e IRES), quelle indirette (su produzione e importazioni, come IVA, dazi doganali, bolli) e quelle in conto capitale (prelievi eccezionali effettuati a intervalli irregolari, come le imposte di successione).
I contributi sociali sono invece quei trasferimenti versati dai contribuenti ad enti pubblici o privati al fine di erogare prestazioni sociali (INPS, INAIL ecc.).
Il PIL è il valore complessivo di beni e servizi prodotto all'interno di un Paese in un certo lasso di tempo.
Appare evidente che un incremento dell'indice della pressione fiscale non viene determinato solo e unicamente da un aumento del gettito fiscale, e quindi non rappresenta in modo univoco un segnale di inasprimento del livello di tassazione operato dall'esecutivo di turno. Anche il ciclo economico fa la sua parte e, durante le fasi di recessione, se la diminuzione del PIL supera in proporzione quella delle entrate, può accadere che la pressione fiscale si alzi. Normalmente un livello elevato dell'indice della pressione fiscale si associa a un sistema del welfare particolarmente sviluppato. Non a caso i Paesi europei che storicamente presentano i più alti valori di pressione fiscale sono Svezia e Danimarca, noti per la proverbiale efficienza delle strutture sanitarie e delle politiche sociali. |
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