Negli ultimi anni, le banche hanno esternalizzato funzioni critiche, affidandosi a consulenti e fornitori esterni. Questo approccio solleva interrogativi inquietanti sulla resilienza e sull'indipendenza del settore finanziario. Un report della BCE ha rivelato che il 30% dei budget per l'outsourcing delle banche europee è concentrato su pochi fornitori esterni, molti dei quali al di fuori dell'Unione Europea. Questa dipendenza potrebbe rappresentare un rischio sistemico in caso di crisi globale.

Il parallelismo con i dazi di Trump

Negli anni, la politica industriale americana ha subito un lento smantellamento a causa della delocalizzazione. La risposta di Trump con i dazi è una mossa per riportare in patria produzioni chiave. Qualcuno pensa che sarà molto difficile perchè il danno ormai è fatto: filiere produttive migrate altrove, competenze perse e una difficoltà intrinseca nel ricostruire le basi dell'industria manifatturiera. In modo analogo, l'outsourcing bancario rischia di erodere competenze interne e la capacità delle banche di operare in modo autonomo, lasciandole vulnerabili a eventi esterni.

Un conto salato per l'efficienza?

La domanda da porre ai vari CEO è se stanno sacrificando sicurezza e autonomia per una riduzione dei costi di breve termine. Come dimostrato dall'industria americana, le scelte orientate esclusivamente al profitto immediato possono avere conseguenze di lungo termine difficilmente reversibili. Il settore bancario sta andando verso la stessa direzione? Il conto potrebbe arrivare troppo tardi, quando le competenze interne saranno irrimediabilmente perse.

La situazione delle banche italiane: l'impatto dell'outsourcing

Le banche italiane (comprese quelle con casa madre estera) non sono immuni al fenomeno dell'outsourcing, che ha colpito duramente anche il settore della produzione informatica. Funzioni un tempo svolte internamente, come lo sviluppo e la gestione dei sistemi IT, sono sempre più spesso affidate a fornitori esterni, talvolta situati fuori dall'Unione Europea. Questa tendenza ha generato una progressiva perdita di competenze interne, esponendo le banche a rischi operativi e di sicurezza informatica. Inoltre, dipendere da partner esterni per servizi essenziali può ridurre la capacità di risposta delle banche italiane in caso di crisi o attacchi cyber. Il risultato? Una situazione paradossale in cui il cuore digitale del sistema bancario è nelle mani di soggetti terzi, mettendo in discussione la sovranità tecnologica del settore finanziario italiano.

Rischi di corruzione e pratiche poco trasparenti

L'outsourcing non comporta solo rischi operativi, ma apre anche la porta a possibili fenomeni di corruzione e pratiche poco trasparenti. Quando i manager delle banche decidono a chi affidare appalti e servizi esterni, spesso si muovono all'interno di un contesto opaco, dove la mancanza di rigidi controlli e procedure standardizzate può favorire conflitti di interesse. In alcuni casi, la scelta di un fornitore può essere influenzata da mazzette o accordi sottobanco, a scapito della qualità del servizio e della sicurezza operativa. Questo fenomeno non solo mina l'integrità delle banche, ma può anche erodere la fiducia dei clienti e degli azionisti, trasformando un problema gestionale in una vera e propria crisi reputazionale.